A tutto quello che sarà
- Fabiana

- 10 mag
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 19 ago
La sua risata riempiva la casa e la mia testa, niente riusciva a farlo ridere come i film trash. Niente e nessuno. Lo guardavo con la coda nell’occhio, seduto sul divano, comodo, tra una risata e un suo rumore molesto era a suo agio, non curante che fossi in un angolo del divano, seduta scomodamente. Un perfetto esempio della nostra relazione.
Lui era troppo preso da quella scatola che proiettava immagini per notare che lo stavo fissando. Mi chiedevo perché, come siamo potuto arrivare a questo…Da un anno insieme, una specie di convivenza iniziata da qualche mese il tutto percepito 100 volte di più.
L’unica cosa in vita eravamo noi due, il resto era tutto morto. Mi sentivo intrappolata in una vita coniugale che si trascinava per forza di cose. Lo guardavo divertirsi mentre ignorava la reale situazione, il mio era disgusto verso un uomo che mi aveva spenta nei mesi passati insieme. Non ero più quella di una volta, non lo ero da tempo, anche se lo sapevo non riuscivo a fare nulla…Il solo pensiero di prendere una decisione drastica mi faceva star male.
Nando non era una persona proprio semplice, sin dall’inizio mi ha gettato in faccia tutti i suoi problemi e timori, ho sempre cercato di consolarlo, di supportarlo come meglio credevo…Ma alla lunga ho iniziato a capire quale fosse il mio reale ruolo in tutto questo:
ero un semplice contenitore dove riponeva tutti i suoi problemi e timori. In qualsiasi orario, qualsiasi giorno e in qualsiasi contesto.
Sentivo che, a modo suo, aveva bisogno di tutto questo e il pensiero di mettere un punto mi faceva sentire in colpa. La linea tra amore e pena era sottile, o inesistente...
Sommata a tutta questa confusione c’era la mia vita che andava a pezzi, quando perdi una cosa che fino al giorno prima riempiva la tua vita, ricominciare da 0, ritrovare un senso è una specie di sfida. Le notti erano amare e piene di domande, quante volte mi sono ritrovata con e contro me stessa per farmi forza e cercare di essere positiva. Come si fa essere ottimisti in un mondo in cui non fa altro che toglierti tutto e darti quello di cui puoi fare a meno.
Continuavo a guardarlo e pensavo: tu che hai tutto, trovi sempre un motivo per lamentarti, per stare male e mi trascini in un vortice senza fine, come un cane che si morde la coda. Riesci a trovare il negativo anche nella fortuna più grande. Per te il sole non esiste, e quindi non deve esistere nemmeno per me…E io? Io da te no ho mai voluto niente di così grande, ma una parola di conforto, un abbraccio in più, un ‘Hey Lorena, sappi che ci sono io e ci sarò sempre per te’ detto in maniera sincera, non come fai tu...
Ma lui un modo per tenermi legata a sé l’aveva trovato…‘Menomale che ci sei tu’ ‘Sei importante’ ‘Insieme possiamo affrontare tutto’ ‘Sto iniziando a innamorarmi di te’ ‘Ci siamo trovati’ e io ci credevo, volevo crederci, dovevo credere che ci fosse almeno una cosa positiva nella mia vita.
E lui era lì, con il suo viso gonfio dalle troppe medicine, inespressivo, impassibile, i suoi grandi occhi verdi ormai vuoti.
Quando ci pensavo mi salivano i sensi di colpa…Se ti lasciassi ora? Mentre guardi quello che ti fa tanto felice come reagiresti? Sicuramente mi chiederesti di aspettare la fine del film per ‘queste cose’…Volevo scuoterti, volevo che sentissi anche in minima parte il mio disagio, questa sofferenza che mi porto da quando sto con te. Perché dovevo soffrire solo io? Perché la vita mi aveva tolto tanto? So perfettamente che non ti saresti scomodato di una virgola, il muro che avevi costruito era talmente spesso che non avresti sentito nemmeno la cannonata più potente…
Tutto questo mi fa vomitare…Letteralmente…«Vado un attimo in bagno, torno subito» gli dico mentre corro verso l’altra stanza, mi inginocchio e per poco non ho centrato il wc. Ah, un sospiro di sollievo, ora mi sento più libera, mi godo quel momento seduta sul pavimento freddo…
«Lorena tutto bene?» O Dio Santo, anche qui? «Nando tranquillo, sto in bagno, quando finisco esco» ti prego di lasciarmi perdere e di tornare di là e continuare a riempire il salone con le tue flatulenze, qui ho bisogno di aria sana… «Va bene, va bene, allora vado, per qualsiasi cosa chiama» «Sì Nando, a dopo» chiudo velocemente la conversazione, voglio solo stare tranquilla, ho bisogno di silenzio.
Oggi la nausea e domani? Questo succede quando si sottovaluta una situazione…Già fatico a trovare le energie, se penso ai mal di testa poi…Ora questo…Ma veramente sono disposta a stare con uno del genere? Cioè se io penso a lui e il modo in cui ci siamo conosciuti mi viene anche da ridere (una risata nervosa, chiaro) e capisco che ci sono sempre stati dei segnali…Dalle conversazioni iniziate per noia, alle sue teorie strampalate su argomenti di cui conosceva ben poco (il classico ignorante convinto, dalla mente chiusa) alla fretta di fidanzarsi (frasi romantiche e argomenti abbastanza seri sul futuro dopo neanche un mese di conoscenza). Certo raccontato così, sembra il peggio del peggio…Ma all’epoca vedevo soprattutto i pregi. Per una come me, in cui aveva smesso di credere a tutto, lui era una ventata di freschezza…Ci volevo credere, volevo solo ricominciare e avere il mio lieto fine. Chi immaginava che avrei passato i giorni sul divano accanto a una persona che a tratti mi faceva pena e a tratti disprezzavo con ogni fibra del mio corpo…
Cercare di parlarne era fuori discussione, se una persona è ottusa lo è anche dentro una relazione, se una persona è tanto egoista e egocentrica da credere che tutto debba girare intorno a lui e ai suoi problemi inventanti dal nulla lo è anche dentro una relazione…Se se e se. Ma ha anche dei difetti, se entrassi ancora più nello specifico potrei scrivere un libro su Nando e il suo mondo di fuffa…E se devo continuare a sprecare tempo a parlare con lui preferisco farlo per l’ultima volta…Quindi ora devo raccogliere le forze e cercare di sbarazzarmi di lui entro domani…Posso litigarci in maniera pesante come avevo già fatto, almeno così mi sfogo e poi…Oh no…Ancora questa nausea…Ma che cazzo sta succedendo?? Oggi mi sento peggio del solito…Non riesco manco ad alzarmi…Che palle…Maledetto Nando…Pensavo tra me e me le peggio cose, fin quando non mi fermo a guardarmi allo specchio… Da quando la mia faccia è così strana? Sembro diversa però non riesco a capire di preciso in cosa…Per un millesimo di secondo mi passa per la mente un pensiero inquietante…Da quanto tempo sto così? Faccio mente locale…Qualche giorno…Forse settimana?...Un momento…Che giorno è oggi? 2…25…28 Aprile! Aspetta che il mese è quasi finito…C’è ancora qualcosa che non mi torna…Mi serve il cellullare.
Mi lavo le mani e la bocca in fretta e in furia con un’ansia crescente...Esco dal bagno... «Allora come stai?» mi ero quasi dimenticata della sua presenza «Oh bene Nando, tranquillo, credo che ci metterò ancora un po’di là...Hai visto per caso il mio telefonino?»
«Sicura? Sei pallida…Comunque sta in camera sotto carica» «Ok vado a prenderlo» cerco di sorridere nonostante stia iniziando a sudare freddo. Lo prendo tirandolo via dalla presa e ritorno in bagno.
Ok. Può essere qualsiasi cosa Lorena, stai vivendo un periodo di merda da quando hai più tempo libero, poi mettiamoci anche quel problema ambulante di Nando e abbiamo chiuso in bellezza, quindi, siccome non mi manca niente non ho bisogno di altre sorprese. Fato, karma, vita, universo, mi state ascoltando? Ho già pagato abbastanza per questa vita e per quella precedente. ORA BASTA, GRAZIE.
Prendo il cell e vado sull’app del calendario mestruale…Questo mese non ho avuto il ciclo…Calma però Lorena, ricorda che anche lo stress può causare irregolarità…Quindi…Voglio dire…Insomma…Mi devo sedere immediatamente…Devo fare qualcosa, se fosse, per ipotesi, quello che sto pensando la mia vita è praticamente finita…Però non sono sicura di niente, inutile dirlo a quello se non ho la certezza…Devo comprare un test di gravidanza, iniziamo di là…Poi vedrò che fare…Riuscirò a guidare fino alla farmacia?? Che dico a Nando?? Mi chiederà sicuramente il perché stia uscendo all’improvviso…Assorbenti! Dirò che devo comprare degli assorbenti…
Cerco di calmarmi ed esco…«Nando senti sto uscendo, faccio un salto al supermercato per comprare gli assorbenti…Torno subito»
«Ora? Posso andare io Lorena, resta a casa…»
«Grazie lo stesso ma non sai quelli che voglio…Devo andare personalmente perché devo scegliere tra alcuni nuovi che ho visto in pubblicità…»
«Va bene ti posso accompagnare allora…»
Quanta insistenza «Nando stai tranquillo, resta qua a vedere il film, preferisco andare ora così non trovo tanta gente alla cassa, a più tardi»
Non lo faccio nemmeno continuare che prendo le chiavi della macchina e la borsa di fretta, mi fiondo in macchina e l’accendo, apro il cancello automatico e con impazienza aspetto che si apra…In macchina mille sono le cose che mi vengono in mente…Non riesco a essere positiva, lo sento che c’è qualcosa che non va…Nel frattempo arrivo in farmacia, parcheggio e entro.
«Buongiorno, mi servirebbe un test di gravidanza» chiedo educatamente.
«Buongiorno Signora, guardi abbiamo questo…»
La blocco «Mi scusi se la interrompo, mi dia uno di ogni tipo per piacere, vado abbastanza di fretta. La ringrazio»
La farmacista rimane senza parole. Menomale, almeno così dovrei finire subito. Pago e vado via.
Metto la busta nella borsa e prima di tornare a casa passo dal supermercato per prendere gli assorbenti, scelgo quelli dai colori diversi rispetto ai soliti, anche se credo di sopravvalutare la memoria del mio compagno.
Il ritorno è ancora più brutto dell’andata, ritorno a casa «Sono tornata!»
«Hey Lorena, com’è andata? Vuoi una mano?»
«Bene, non ho trovato tantissima gente in giro, vedo che stai continuando a vedere il film, tranquillo, vado a riordinarli in bagno con calma»
Il momento della vertà, prendo la busta dalla borsa e la svuoto a terra…Mi lavo le mani e inizio col primo, lo apro e leggo le istruzioni…Non sembra poi così difficile…Ci provo…Aspetto ma non voglio guardare…Cammino per tutto il bagno…Lo prendo e lo guardo…Non è possibile…Lo scaravento a terra…Faccio la stessa cosa con l’altro…E poi l’altro…Ho seguito per filo e per segno le indicazioni e tutti portano allo stesso risultato…Sono incinta.
E' da questo istante che qualcosa si rompe dentro di me.
Probabilmente, un domani avrei voluto una famiglia…Avrei voluto amare ed essere amata, incondizionatamente e dare vita a una piccola creatura…Ma così, in questa relazione senza amore, in cui il futuro padre è preda ai suoi demoni, incapace di prendersi cura di se stesso in autonomia, mentre la futura madre vive un costante periodo di crisi e di instabilità, mangiata dall’ansia e dalla paura di non riuscire più a realizzarsi in quell’ambito lì…In che contesto crescerà questa povera anima?
Mi sento morire. Io posso anche vivere così…Ma pensare che un bambino faccia questa stessa vita mi annienta... Che si fa in questi casi?…Ho bisogno di tempo…Devo pensare a me stessa e a quello che voglio fare…Se parlassi con lui significherebbe accettare tutto questo, anche questa relazione e continuerebbe a far parte della mia...Della nostra vita…E dopo? Dovrei sposarlo? Non se ne parla. O lo lascio ora oppure…«Lorena è da tanto che sei chiusa lì dentro, sicura di stare bene?»
Mi giro lentamente verso la porta, trattenendo la rabbia che cresceva dentro di me, io so, so perfettamente che a lui non dispiacerebbe essere padre...Anzi, probabilmente l'ha fatto di proposito... Prendo tutti i test di fretta e li butto nella borsa mi guardo in giro sperando di non aver lasciato tracce, apro la porta e i soliti due occhi verdi vuoti mi fissano, in attesa «Nando scusami ma non sto bene» «Che hai? Vieni, siediti sul divano ti porto dell'acqua» Il famoso bicchiere d'acqua che cura i mali del mondo... «Grazie» mentre lo prendo gli sfioro la mano, alzo lo sguardo e mi ritrovo a guardarlo, senza volerlo. Come la quiete dopo la tempesta tutto si fece più chiaro. Da quando il passato si era allontanato? Era, appunto. Passato e presente si dividono come le persone che l'hanno vissuto. Il passato, per esempio, appartiene alla Lorena di un tempo, quella ottimista che riponeva speranze verso il futuro, che credeva nell'amore e voleva la favola con tutta se stessa, perdutamente innamorata del suo Nando. Ma quella parte di me non esiste più, qual è stato il punto di rottura?
I suoi occhi privi di emozioni? La sua costante negatività?
No, ora ricordo, più lo guardo e più mi viene in mente il reale motivo.
La realizzazione di non essere amata. E la consapevolezza che non l'avrebbe mai fatto.
Tutti i tentativi per far sì che ciò accadesse mi avevano resa quella di oggi. Ciò che mi ha distrutto mi ha trasformata in quello che sono ora.
E così finii per disprezzare quello che non potevo avere e non potevo lasciar andare ciò che mi dava un minimo di speranza.
Alla mia età qualcuno potrebbe dire che è vergognoso aggrapparsi al sogno di una bambina e io risponderei che la vita va vissuta non pensata.
Lascio il bicchiere a terra e porto le mani sul volto, coprendolo il più possibile, cercando di trattenere la sofferenza.
Come l'acqua di un torrente selvaggio di montagna mi lascio andare in quello che sarebbe stato il pianto più angosciante degli ultimi mesi.
«Lorena? che hai? Perché all'improvviso piangi?»
Eccolo, il punto di non ritorno.
«Perché non sono più felice, da quando sto con te non ricordo un solo momento di felicità durato più di un giorno»
Lui mi guarda mentre io non ho più il coraggio.
«Spiegami perché non abbiamo mai avuto il coraggio di lasciarci...Dimmelo tu perché non riesco a darmi una risposta sensata...»
Questo è il momento di discutere e non di restare zitti a incassare colpi. Ma non vedo nessuna reazione. Anche ora sono invisibile.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.





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